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Roma, 21 agosto 2008
Boato: Guardasigilli intelligente
Ma l'Anm giustizialista fermerÀ tutto

L'autore del testo bipartisan «Prestissimo arriveranno le accuse di inciucio»
intervista a Marco Boato
del Corriere della Sera di giovedì 21 agosto 2008

ROMA — «È una scelta giusta e intelligente ». Marco Boato, l'esponente di centrosinistra che ai tempi della Bicamerale di D'Alema era riuscito a raggiungere un completo accordo bipartisan sulla riforma della giustizia, approva la svolta del ministro Alfano. Lancia però un allarme: «Non c'è dubbio che ad ore, giorni, al massimo poche settimane, ripartiranno l'alzo zero giustizialista e le polemiche al calor bianco sull'inciucio».

Il testo del comitato da lei presieduto va ancora bene?
«Sì, si poteva e si doveva votare allora, ma va bene anche oggi: perché quello fatto fu un lavoro bipartisan ante litteram, approvato da tutte le forze politiche, tranne Rifondazione. Mi sembra veramente saggio ripartire da lì».

Saggio perché?
«Con questa scelta a parti rovesciate (noi allora eravamo al governo e Berlusconi all'opposizione) il governo del centrodestra manifesta l'intenzione di non riproporre su questa materia scelte unilaterali. Dopo che l'inizio di questa legislatura e quella 2001-2006 che ha visto solo l'approvazione di leggi ad personam. Il Parlamento, inoltre, si potrà riappropriare del potere di revisione costituzionale sulla giustizia, mettendo fine a quindici anni di debolezza della politica, che certamente non si cura con la reintroduzione dell'immunità parlamentare ».

Non servono le vecchie norme dell'articolo 68?
«Dell'immunità si era abusato per decenni prima che venisse riformata. La politica si riprende il suo ruolo solo con il riequilibrio di pesi e contrappesi costituzionali».

Quali erano i punti principali della sua bozza?
«Funzioni nettamente distinte tra pm e giudici, con due sezioni diverse del Csm, una Corte disciplinare diversa dal Csm, l'aumento del numero dei membri laici del Consiglio, scelte di politica criminale fissate ogni anno dal Parlamento per evitare che dietro il feticcio dell'obbligatorietà dell'azione penale si celi di fatto la discrezionalità di singole Procure se non di singoli sostituti».

Da dove si può ricominciare?
«Dalla mia relazione in Aula del 27 gennaio '98 e dalla successiva replica del 30. Il mio timore però è che riparta una campagna giustizialista...».

Cosa intende dire?
«Voglio ricordare che il 29 gennaio di dieci anni fa, mentre il Parlamento discuteva, il presidente dell'Associazione magistrati attaccò pesantemente la riforma, alla presenza dell'allora presidente Scalfaro (mai prima un presidente aveva presenziato a un incontro del sindacato delle toghe). Fu un siluro micidiale. Allo stesso modo sono sicuro che anche oggi partirà un attacco frontale». ( M. Antonietta Calabrò)

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